Introduzione

• Il raggiungimento di una rapida risposta terapeutica è un obiettivo importante per il paziente che desidera ottenere risultati già dalla seconda settimana e una successiva risoluzione completa.
• Con l’introduzione dei nuovi farmaci biologici, tra cui gli inibitori dell’interleuchina 17, è possibile ottenere rapide risposte (Psoriasis Area and Severity Index [PASI]‐75/90) in due settimane, ma l’impatto di tali risposte sugli obiettivi a lungo termine rimane non chiaro.
• Nel presente studio è stato indagato l’impatto della risposta PASI-50 alla seconda settimana sul PASI-90 e sul PASI-100 alle settimane 12 e 60 utilizzando i dati dello studio UNCOVER‐3 (NCT01646177) relativo a ixekizumab, un anticorpo monoclonale diretto contro l’IL-17 nei pazienti con psoriasi moderata-severa.

Materiali e metodi

• Nello studio UNCOVER‐3 i pazienti hanno ricevuto ixekizumab 80 mg ogni 2 settimane oppure ogni 4 settimane dopo una dose iniziale di 160 mg ed etanercept 50 mg 2 volte a settimana o il placebo per 12 settimane.
• Durante l’estensione a lungo termine tutti i pazienti hanno ricevuto ixekizumab ogni 4 settimane fino alla settimana 60.
• Nei gruppi di trattamento i pazienti sono stati classificati come aventi o meno una risposta precoce in base al raggiungimento del PASI-50 alla seconda settimana.
• I sottogruppi sono stati poi esaminati alle settimane 12 e 60 in relazione al PASI-90 e al PASI-100.
• I tassi di risposta sono stati comparati tra i gruppi con risposta precoce e quelli senza risposta precoce.

Risultati

• Le caratteristiche basali dei due gruppi erano simili, tra cui età, durata della psoriasi e punteggi PASI e Physician’s Global Assessment.
• Tra i pazienti con (241; 62,6%) e senza risposta (144; 37,4%) alla seconda settimana, i punteggi medi del PASI al basale erano 20,7 (DS 8,0) e 20,8 (DS 8,5).
• Alla settimana 12 i valori medi del PASI erano 1,04 (DS 1,98) (gruppo con risposta precoce) e 3,50 (DS 5,71) (gruppo senza risposta precoce); p <0,001.
• Alla settimana 60 i valori medi del PASI sono stati 0,75 (DS 1,81) (gruppo con risposta precoce) e 2,17 (DS 4,43) (gruppo senza risposta precoce); p = 0,076.
• Alla settimana 12 i tassi di PASI‐90 sono stati significativamente maggiori nel gruppo con risposta precoce (79,3% [IC 95% 74,1%, 84,4%]), rispetto al gruppo senza risposta precoce (49,3% [IC 95% 41,1%, 57,5%; p <0,001]). Anche i tassi di PASI‐100 sono stati significativamente maggiori nel gruppo con risposta precoce (47,3% [IC 95% 41,0%, 53,6%]) rispetto al gruppo senza risposta precoce (21,5% [IC 95% 14,8%, 28,2%; p <0,001].
• I tassi di risposta alla settimana 60 sono stati significativamente maggiori nel gruppo con risposta precoce (PASI‐90: 85,7% [IC 95% 81,1%, 90,2%]; PASI‐100: 66,1% [IC 95% 60,0%, 72,2%]) rispetto al gruppo senza risposta precoce (PASI‐90: 64,4% [IC 95% 56,2%, 72,6%]; PASI‐100: 46,2% [IC 95% 37,7%, 54,7%]; p <0,001).
• I tassi di interruzione del trattamento sono stati più bassi nel gruppo con risposta precoce (8%), rispetto al gruppo senza risposta precoce (18%; p = 0,005).

Discussione

• I risultati del presente studio sono in linea con i dati precedenti (es. studio IXORA‐S).
• I pazienti con risposte precoci al PASI hanno avuto risposte più alte e prolungate al PASI adì 1 anno.
• Sono stati osservati tassi di interruzione del trattamento più bassi nel gruppo con risposta precoce rispetto a quelli senza risposta precoce, sottolineando l’importanza di una risposta rapida al trattamento.
• Le analisi delle sottopopolazioni hanno mostrato la maggior persistenza al trattamento con ixekizumab, rispetto ad adalimumab e secukinumab.

Conclusioni e prospettive

• Le risposte precoci al trattamento sono state associate con tassi di risposta maggiori a lungo termine e possono essere un elemento predittivo importante di raggiungimento degli obiettivi a lungo termine.