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Le manifestazioni dermatologiche associate a COVID-19: studio italiano multicentrico su 200 pazienti

Angelo Valerio Marzano, Giovanni Genovese, Chiara Moltrasio, Valeria Gaspari, Pamela Vezzoli, Vincenzo Maione, Cosimo Misciali, Paolo Sena, Annalisa Patrizi, Annamaria Offidani, Pietro Quaglino, Renato Arco, Marzia Caproni, Miriam Rovesti, Giorgio Bordin, Sebastiano Recalcati, Concetta Potenza, Claudio Guarneri, Gabriella Fabbrocini, Carlo Tomasini, Mariarita Sorci, Maurizio Lombardo, Paolo Gisondi, Andrea Conti, Giovanni Casazza, Ketty Peris, Piergiacomo Calzavara-Pinton, Emilio Berti, the Italian Skin COVID-19 Network of the Italian Society of Dermatology and Sexually Transmitted Diseases


Obiettivi educazionali per questo articolo

  • Conoscere i principali fenotipi delle manifestazioni cutanee di COVID-19.
  • Indagare la possibile associazione tra i fenotipi delle manifestazioni cutanee di COVID-19, i sintomi extracutanei e la severità della malattia.

Introduzione

  • COVID-19 è una patologia infettiva causata dal coronavirus 2 da sindrome respiratoria acuta grave (SARS-CoV-2).
  • Si può osservare il coinvolgimento di numerosi organi, tra cui la cute, osservato nel 7.8% dei casi secondo uno studio di coorte italo-cinese su 678 pazienti adulti ospedalizzati con patologia confermata in laboratorio.
  • Sono stati identificati 6 fenotipi principali
    1. rash orticarioide,
    2. rash maculo-papuloso/morbilliforme confluente,
    3. esantema papulo-vescicoloso,
    4. pattern acroposto a tipo geloni “chilblain-like”,
    5. pattern a tipo livedo reticularis/racemosa,
    6. pattern a tipo vasculite purpurica.
  • In uno studio di Galvàn Casas et al. i rash maculo-papulosi sono stati descritti nel 50% circa dei casi, ma la maggior parte degli studi si sono focalizzati sui sintomi a tipo geloni, generalmente associati a un decorso clinico benigno e più frequentemente nei bambini.
  • Sono state descritte ulteriori manifestazioni che non rientrano in tale classificazione, tra cui sintomi simil-eritema multiforme, simil-pitiriasi-rosea e simil-malattia di Grover.
  • Obiettivo di questo studio multicentrico è stato di fornire dati sulle manifestazioni cutanee associate alla COVID-19 al fine di indagare la possibile associazione tra questi fenotipi, i sintomi extracutanei e la severità della malattia.

Materiali e metodi

  • La raccolta dei dati clinici relativa ai pazienti affetti da COVID-19 con manifestazioni cutanee è stata condotta in 21 unità di dermatologia nel periodo 1-18 marzo 2020, con il supporto della SIDEMAST.
  • I dati raccolti includevano: sesso ed età del paziente al momento della diagnosi, presenza/assenza di comorbidità, pattern cutaneo, presenza/assenza di lesioni mucose, durata delle manifestazioni cutanee, sintomi correlati alle lesioni cutanee, sintomi sistemici e relativa durata, latenza tra manifestazioni cutanee e sintomi sistemici, morte o severità di COVID-19.
  • Sono stati considerati criteri di inclusione: 1) età ≥18 anni; 2) diagnosi probabile (sintomi clinici e contatto con paziente positivo nei 14 precedenti) o confermata in laboratorio (tampone faringeo positivo o sierologia positiva per IgG/IgM) di COVID-19; 3) presenza di manifestazioni cutanee correlate all’infezione confermate da parte di un dermatologo esperto.
  • È stato stabilito come criterio di esclusione l’assunzione di un nuovo farmaco nei 15 gg precedenti la comparsa dei sintomi cutanei.
  • Le manifestazioni cutanee sono state valutate dal dermatologo almeno due volte: durante le manifestazioni cutanee attive e dopo la loro risoluzione. I sintomi sistemici sono stati ricavati dalle cartelle cliniche o dall’anamnesi del paziente e valutate da un medico (pneumologo, internista/medico d’urgenza, infettivologo). La severità dell’infezione è stata classificata in asintomatica, lieve (febbre, tosse e/o sintomi gastrointestinali in assenza di segni radiologici di polmonite), moderata (dispnea e/o segni radiologici di polmonite) o severa (necessità di ventilazione meccanica invasiva, sviluppo di eventi tromboembolici o morte), considerando il peggior sintomo sistemico

Risultati

I pazienti

  • I pazienti sono stati in prevalenza maschi (n = 108; 54%) con un’età mediana alla diagnosi di COVID-19 di 57 anni (IQR, 40.25-72.25).
  • 86 pazienti su un totale di 195 (43%) soggetti con disponibilità dei dati clinici hanno avuto almeno una comorbilità.
  • 13 (6,5%) pazienti hanno avuto più di un fenotipo cutaneo.
  • Dei 187 pazienti con solo 1 fenotipo, 19 (10,2%) hanno avuto un rash orticarioide; 48 (25,7%) un rash maculo-papuloso/morbilliforme confluente; 29 (15,5%) un esantema papulo-vescicoloso; 46 (24,6%) un pattern acroposto a tipo geloni “chilblain-like”; 4 (2,1%) un pattern a tipo livedo reticularis/racemosa e 13 (6,9%) un pattern a tipo vasculite purpurica.

Le manifestazioni cutanee

  • Manifestazioni cutanee differenti rispetto ai suddetti fenotipi sono state osservate in 28 pazienti (15,0%): lesioni a tipo pitiriasi rosea in 10 pazienti, in 8 casi lesioni a tipo eritema polimorfo, in 4 casi lesioni a tipo eritema nodoso, in 4 a tipo panniculite e angioedema in 2. Non sono state osservate lesioni mucose.
  • Il sintomo più frequente è stato il prurito (n = 81; 40,5%), seguito da dolore/bruciore (n = 22; 11%).
  • La durata mediana delle manifestazioni cliniche è stata di 12 giorni (IQR, 8-20), ma la durata delle lesioni acrali a tipo geloni “chilblain-like” è stata significativamente maggiore rispetto a tutte le altre manifestazioni considerate insieme (21,5 [15-31] vs 10 [7-15] giorni; p <0,0001).
  • La latenza mediana tra le manifestazioni cutanee e i sintomi sistemici è stata di 14 giorni (IQR, 4-27).
  • L’età mediana dei pazienti con lesioni acrali a tipo geloni “chilblain-like” è stata significativamente più bassa rispetto ai pazienti con tutte gli altri fenotipi considerati insieme (38,5 [23-55] vs 60 [50-75] anni; p <0,0001).
  • L’età mediana dei pazienti con lesioni a tipo livedo reticularis/racemosa è stata significativamente maggiore rispetto ai pazienti con tutte gli altri fenotipi considerati insieme (66 [58-84] vs 55 [39-71] anni; p = 0,0022), come anche quella dei pazienti con rash maculo papuloso/morbilliforme confluente (61 [51.5-78] vs 55 [36-71] anni; p = 0,029).
  • L’età mediana dei pazienti con malattia moderata/severa è stata significativamente maggiore rispetto a quella dei pazienti asintomatici o con malattia lieve (64 [54.5-78] vs 40 [27-57] anni; P< .0001).
  • L’età è stata significativamente maggiore anche nei pazienti con febbre rispetto a quelli senza febbre, in quelli con tosse rispetto a quelli senza tosse, con dispnea rispetto agli eupnoici e in quelli con polmonite rispetto ai pazienti senza polmonite.

Aspetti clinici di COVID-19

  • La diagnosi di COVID-19 è stata confermata in laboratorio in 124 pazienti e considerata come probabile nei restanti 73.
  • 31 pazienti (15,5%) sono risultati asintomatici, 51 (25,5%) hanno avuto una malattia lieve, 95 (47,5%) una malattia moderata e 23 (11,5%) hanno avuto una forma severa. La durata mediana dei sintomi è stata di 23 giorni (IQR, 12-31).
  • I sintomi cutanei hanno preceduto quelli sistemici in 11 casi; tra i rimanenti 189 casi, i segni cutanei hanno seguito (n = 186) o sono stati concomitanti (n = 3) a quelli generali.
  • La febbre è stata il sintomo più frequente (n = 146; 73%), seguita da tosse (n = 108; 54%), polmonite (n = 106; 53%), dispnea (n = 77; 38.5%), sintomi gastrointestinali (n = 46; 23%) e ipogeusia/iposmia (n = 44; 22%).
  • Le complicazioni tromboemboliche si sono presentate in 11 pazienti (5.5%) e il decesso in 7 casi (3.5%).

Correlazione tra fenotipi cutanei e severità di COVID-19/elementi extracutanei

  • Dopo l’aggiustamento per età, è emerso che le lesioni acrali a tipo geloni “chilblain-like” sono state associate a un rischio ridotto di avere una malattia più severa (OR, 0,23; IC 95%, 0,09-0,55; p = 0,0009). Al contrario, il rash maculo-papuloso/morbilliforme confluente è stato associato ad una malattia più severa, prima (OR, 2,49; IC 95%, 1,19-5,18; p = 0,015), ma non dopo l’aggiustamento per età (OR, 1,9; IC 95%, 0,83-4,37; p = 0,1307).
  • Dopo l’aggiustamento per età, il rash maculo-papuloso/morbilliforme confluente è stato considerato un fattore di rischio significativo di tosse (OR, 2,25; IC 95%, 1,1-4,63; p = 0,0269), il pattern orticarioide di sintomi gastrointestinali (OR, 6,10; IC 95%, 2,25-16,59; p = 0,0004), e il pattern a tipo livedo/vasculite di dispnea (OR, 4,17; IC 95%, 1,05-16,5; p = 0,042).

Discussione

  • I pazienti inclusi nel presente studio hanno presentato principalmente i 6 fenotipi cutanei descritti in precedenza.
  • I fenotipi cutanei maggiormente rappresentati sono stati quello eritemato/maculo-papuloso/morbilliforme confluente e il pattern acrale a tipo geloni “chilblain-like”, osservati rispettivamente nel 25,7 e nel 24,6%, mentre quello meno frequente è stato il pattern a tipo livedo reticularis/racemosa (2,1%).
  • La latenza mediana tra l’esordio dei sintomi cutanei e quelli sistemici è stata di 14 giorni (variando tra i 4 giorni nei casi di esantema papulo-vescicoloso ai 25,4 nei casi a tipo livedo reticularis/racemosa). La durata mediana delle manifestazioni cutanee è stata di 12 giorni (variando tra gli 8 giorni in caso di rash orticarioide e i 22 giorni nei soggetti con pattern acrale a tipo geloni “chilblain-like”).
  • La limitazione principale del presente studio è stata l’assenza di conferma di laboratorio di COVID-19 in 73 pazienti (36,5%), principalmente dovuta al fatto che i pazienti asintomatici o pauci-sintomatici non sono stati sottoposti al test per SARS-CoV-2 durante la prima ondata della pandemia in Italia per motivi economici.
  • Un altro possibile limite, ritenuto però dagli autori un punto di forza per evitare diagnosi errate, è stata la valutazione dei sintomi cutanei da parte di un dermatologo esperto.

Conclusioni e prospettive

  • Il presente studio chiarisce ulteriormente gli elementi demografici e clinici associati ai 6 principali fenotipi delle manifestazioni cutanee nei pazienti con COVID-19, fornendo correlazioni con i sintomi extracutanei e la severità di malattia.
  • L’unica correlazione tra il fenotipo cutaneo e la severità di malattia è stata osservata nei casi di lesioni acrali a tipo geloni “chilblain-like”, generalmente associata ad un decorso benigno/subclinico di COVID-19.
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